
Le miniature di Fabiana Belmonte hanno permesso di raccogliere in due giorni 1.600 euro destinati a varie organizzazioni o istituti di cura, tra cui gli ospedali “Cotugno” di Napoli e “Spallanzani” di Roma, Emergency, la Protezione Civile.

Fabiana Belmonte è un’insegnante di inglese, scarso feeling con la televisione da guardare e la creatività prestata a progetti pensati per condividere una visione con la comunità. «La verità è che avevo finito le cose da fare in questa lunga quarantena e non avevo più materiale per dipingere. Per noia ho cominciato a realizzare le miniature», ritratti di donna tracciati su pagine di un libro che nessuno avrebbe consumato più. «Ci ho pensato a lungo, poi mi sono detta: osiamo».
La scommessa è stata buttata senza grandi aspettative sul suo profilo Facebook: avrebbe regalato le miniature in cambio di una donazione a un qualunque ente o organizzazione impegnata a fronteggiare l’epidemia di COVID-19. Libera scelta del destinatario e libera, ovviamente, la cifra. Anche minima. Le prime miniature sono state prenotate in una sera. L’indomani sono state aggiudicate tutte le altre. «Non mi aspettavo una risposta simile».
Risiede alle porte di Potenza, a due passi dal bosco, dipinge da sempre, come tutti in famiglia. «Mio padre mi insegnò prima a disegnare le mani, poi imparai a scrivere». A questo periodo, confida, ha risposto con una reazione di esplosione creativa.
Dipinge e disegna donne, solo donne. «Perché sono esteticamente più interessanti, perché è il genere che comprendo meglio, perché è il genere che amo». Disegnate per lo più in accostamento a un elemento naturale.
«Perché le donne sono forza creatrice, e non c’è forza creatrice più grande della Natura».
Le donne di Fabiana sono entrate senza pretese a far parte delle piccole pratiche individuali di risposta alla crisi in corso.
Quanto al tempo dell’emergenza, «la mia quotidianità non è stata stravolta. Mi mancano le cene a casa con gli amici, quello sì. E temo che a questa distanza dovremo abituarci, la nostra socialità è destinata a essere molto diversa per i prossimi anni. Siamo esseri adattivi, più di quanto siamo disposti ad ammettere».
Mancheranno i viaggi e la possibilità di varcare i confini senza troppe domande. «Dovremo trovare altre mete».
Nel frattempo, finché l’isolamento in casa sarà una condizione quotidiana, ha trovato il suo modo per interpretare il refrain “nessuno si salva da solo”. «Abbiamo ancora tempo davanti. Nel caso, possono disegnarne altre».