La foto digitale e la narrazione allargata

È semplicemente un altro segno dei tempi, dice Michael Zhang su Peta Pixel: uno dei concorsi fotografici più prestigiosi al mondo non ammette più scatti su pellicola.

Il regolamento della 34esima edizione del Nikon Photo Contest esclude dalla gara le scansioni di foto fatte con macchine analogiche. Con l’annuncio, Zhang recupera anche il regolamento dell’edizione precedente, in cui il digitale non era l’unica opzione del contest: Nikon Photo Contest No Longer Accepts Photos Shot Using Film Cameras.

Sul sito della storica azienda giapponese ci spiegano come la scelta fosse inevitabile:  un modo per adattarsi al cambiamento profondo che la fotografia ha vissuto negli ultimi dieci anni, con la diffusione sempre ampia di macchine digitali.

A cambiare profondamente il racconto fotografico, in un lasso di tempo decisamente più ristretto, è stata la diffusione virale di smartphone e tablet. È cambiato il modo in cui la fotografia – soprattutto la fotografia instantanea – racconta il mondo intorno a noi. Ma è cambiata anche la fruizione della narrazione: come accade per le notizie, consumiamo anche le immagini in modalità mobile.

È soprattutto il nuovo modo che abbiamo di viaggiare tra le storie e le notizie ad aver convinto la Ruters a costruire una nuova applicazione disponibile, al momento, per Ipad. Si chiama The wider image, letteralmente immagine allargata.

In collaborazione con la Canon, l’agenzia di stampa sta proponendo al lettore – non solo appassionato di fotografia – un modo nuovo di approcciare alla possibilità narrativa. Ce lo racconta Federica Cherubini in un post che fornisce anche alcuni dettagli tecnici dell’applicazione: New storytelling for photojournalism: Reuters’ The Wider Image app.

Ho scaricato l’applicazione (gratuita) e ho girovagato un po’ tra le storie in sommario: racconti, casi, luoghi di ogni parte del mondo, raccolti negli ultimi mesi. L’immagine fotografica è l’elemento centrale della narrazione, che si costruisce con brevissime didascalie e la possibilità di accedere alle gallerie, da gustare in modalità presentazione, scorrimento verticale, per singole foto.  Ci sono anche i commenti dei fotografi, alcune interviste, audio di contesto.

La logica di base è quella delle gallerie fotografiche che ritroviamo su tutti i siti di news. Ma è la comodità di fruizione, su tablet e con un’architettura diversa degli scatti, a rendere  intensa la narrazione. L’immagine non è solo parte del contenuto, lo genera.

 

 

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