Fino a qualche tempo fa «la giornata cominciava terminato il giro delle fonti».
Oggi, dice John L. Robinson, «la giornata di un giornalista è già iniziata, a prescindere da quando ci si svegli». Perché sono cambiate anche le fonti, non solo i luoghi dove andare a cercarle.
Capitava un tempo che i lettori rimanessero sorpresi da una notizia. «Oggi i lettori conoscono già la notizia» perché l’hanno letta su Twitter, Facebook, l’hanno ascoltata su un canale all news.
Molto probabilmente sono stati i lettori a diffonderla, dopo averla vissuta.
Internet ha cambiato il ruolo dei giornalisti. E ha stravolto le modalità di pensare e fare un mestiere (in un tweet).
Il prima/oggi del giornalismo è un lungo elenco di cambiamenti. Quello stilato da John L. Robinson è godibilissimo: Journalism before the Internet and now.
Nel mio elenco personale aggiungo due punti, il primo di abitudine (e un po’ di immaginario collettivo: Internet ha modificato anche quello).
In caso di necessità, era facile sentirsi dire: «sei un giornalista, avrai sicuramente con te almeno una penna e qualche foglietto di carta». Oggi prima di uscire controllo di avere con me la seconda batteria dello smartphone.
Poi, un’idea di metodo. Oggi, come prima di Internet, un giornalista può e deve essere un punto di riferimento per la comunità in cui lavora.
Ma non più solo per raccontarla o distribuirle notizie. Ora deve anche saperla mettere in connessione.