L’iperlocale e le tre mosse per sopravvivere

Mentre i grandi gruppi editoriali sono costretti a riprogettarsi e i giornali regionali tendono a scomparire, la dimensione iperlocale – sviluppata online – comincia a dare qualche segnale positivo.

Emma Knight raccoglie alcuni dei casi di successo. Attraversando orizzonte, strategie e organizzazione di ciascuna di queste realtà, costruisce un elenco breve di regole utili alla sostenibilità dell’informazione locale. I punti sono tre:

  • essere riconoscibili significa anche puntare sulla diversità (i giornalisti di Dichtbij, un sito iperlocale olandese che riesce a generare profitto,  sono considerati “organizzatori di comunità” e trascorrono metà del proprio tempo in strada o sui social network a raggiungere/conoscere i cittadini/lettori).
  • lo scambio tra giornalista e comunità deve essere paritario (in Galles, sul blog iperlocale Wrexham.com, i lettori possono accedere alle pagine del sistema e aggiornare i prezzi del carburante applicati ai distributori. Il servizio è di utilità per tutti).
  • la sostenibilità va difesa (l’ultima regola è di saggezza popolare: meglio puntare a obiettivi realistici o, detto altrimenti, restare con i piedi per terra).

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